Si parla di affidamento temporaneo o familiare quando un minore di 18 anni viene allontanato momentaneamente dalla propria famiglia di origine (per problemi di vario genere) e viene “affidato” per un periodo predefinito da un’altra famiglia.
L’affido ha, come obiettivo fondamentale, quello di garantire al minore le condizioni adeguate per crescere serenamente, in attesa che i genitori legittimi superino le difficoltà e possano tornare a prendersi cura di lui.
Perché si ricorre all’affido?
Si può ricorrere all’affidamento temporaneo per diversi motivi e questo può succedere sia per decisione degli stessi genitori che si trovano in momentanea difficoltà, oppure per scelta del giudice dei minori. Durante l’affido, se è stato chiesto dai genitori, i bambini e chi li segue, manterranno i rapporti con la famiglia; diversamente, se l’allontanamento dalla famiglia è stato chiesto dal giudice minorile, sarà lui a stabilire quali saranno i rapporti tra i due nuclei. Sarà sempre lui a decidere quando e se il minore potrà tornare alla famiglia d’origine.
Ovviamente l’affidamento non va confuso con l’adozione, cosa completamente diversa. Infatti, l’adozione interrompe completamente i rapporti con l’ex famiglia, mentre in caso di affidamento l’intento è di reintegrare il minore nella famiglia d’origine.
Chi è l’affidato e chi può prendere in affidamento?
L’affidato è sempre un minore (da 0 a 18 anni), italiano o straniero, con o senza disabilità. Per quel che riguarda i minori stranieri, la procedura è diversa poiché si deve prima stabilire quali sono i rapporti con il Paese d’origine, se il minore ha una famiglia e qual è la sua situazione.
L’affidamento temporaneo si può suddividere in diverse formule e in base a queste, cambiano le caratteristiche delle persone che possono prendere in affido un bambino.
Quali tipi di affido sono possibili?
Ci sono due tipi di affido:
- Consensuale: avviene quando i genitori del minore sono consenzienti all’affido del minore che viene disposto dal servizio sociale locale e reso esecutivo dal giudice tutelare che valuterà tutta la situazione;
- Giudiziale: quando non c’è il consenso dei genitori e l’affidamento è predisposto dal Tribunale per i minorenni. Questo avviene anche quando non è possibile l’affidamento pre-adozione.
In ogni caso il provvedimento deve stabilire le ragioni dell’affido, la durata, l’affidatario ed eventuali prescrizioni cui si deve attenere lo stesso e il servizio sociale locale che deve seguire l’affidamento.
L’affido può assumere due forme:
- A tempo pieno (o forma residenziale). In questo caso il minore viene inserito in una famiglia in modo continuativo;
- A tempo parziale. In questo caso si ricorre a un inserimento solo per qualche giorno a settimana o per brevi periodi. In genere questa formula viene utilizzata quando la famiglia, per motivi lavorativi o di salute, ha bisogno di essere “affiancata” nella gestione del figlio.
La famiglia affidataria: diritti e doveri
Alle famiglie affidatarie vengono richiesti: affidabilità, impegno, motivazione, coscienza di sé e delle proprie capacità. Chi prende in affido dei bambini può usufruire di tutte le agevolazioni di legge previste sul lavoro, come se i figli fossero effettivamente i loro.
Cosa molto importante da ricordare è che le famiglie affidatarie non svolgono il ruolo di tutori nei confronti del minore, non possono gestire il suo patrimonio o assumere decisioni importanti riguardo alla sua persona. Se i genitori biologici non esercitano la patria potestà, verrà nominato un tutore dal Giudice minorile.
La famiglia affidataria deve mantenere, curare, istruire e educare il minore.
Quando finisce l’affidamento?
- Quando decade la causa che ha portato all’abbandono momentaneo del minore;
- Quando l’abbandono passa da temporaneo a definitivo (il minore, in questo caso, diventa adottabile);
- Quando l’affidamento non ha portato a un buon esito oppure, l’affidatario, non è più in grado di prendersi cura del minore.
Chi desidera intraprendere questo percorso può rivolgersi ai servizi sociali che offrono un percorso formativo/informativo. Troveranno inoltre assistenza e sostegno da parte di psicologi, sociologi e giuristi. Alla fine del percorso, gli aspiranti affidatari, vengono inseriti in un’apposita banca dati cui si attinge quando un minore ha bisogno di un affido familiare.