Il parto è andato per il meglio e finalmente il piccolino sorride beato tra le braccia dei genitori. Ma le ansie di mamma non sono ancora finite (anzi, semmai sono appena cominciate). Prima tra tutte: come comportarsi con il cordone ombelicale?
Contrariamente a quanto si è soliti pensare, la medicazione e la caduta dello stesso è qualcosa che non dovrebbe generare tanta preoccupazione. Eppure però perché ciò avvenga nella massima serenità è necessario adottare determinati comportamenti. Volete saperne di più? Continuate a leggere!
Il cordone ombelicale: cosa c’è da sapere?
Il cordone ombelicale è una sorta di manifestazione fisica del legame viscerale che unisce mamma e bebè. E’ proprio grazie ad esso che il piccolino, a qualsiasi stadio della sua crescita, si nutre e respira. Il cordone tra l’altro mette in comunicazione il bambino con la placenta e chissà che, in qualche modo, non contribuisca a far sentire al feto la presenza costante della mamma nella sua giovane vita.
Una volta venuto al mondo però il pargolo deve rinunciare a questo legame: l’ostetrica infatti taglia il cordone che, espulso dal corpo della donna, resta attaccato a quello del bambino sotto la nuova forma di moncone.
Quest’ultimo, al momento del parto, viene tagliato sino a distanziarsi pochissimi centimetri dall’addome del bambino. E poi? Da questo momento spetta alle infermiere prima e alla neomamma dopo, medicarlo giorno dopo giorno sin tanto che non cadrà, si spera, spontaneamente.
Com’è possibile che ciò accada? Semplicemente perché dopo il taglio dell’ostetrica la parte restante di cordone ombelicale è diventata un ammasso di tessuto necrotico e biologicamente ha perso ogni utilità. Con il passare delle ore quindi quella parte del corpo, ovviamente senza causare danni al bebè, muore. Ciò è reso tanto più evidente dalla sua progressiva mummificazione, processo che in pochi giorni lo porta ad indurirsi, perdere colore ed infine cadere.
La cosa più importante di tutte? Mai stimolare manualmente il moncone perché cada: ammesso anche che a distanza di una decina di giorni (il tempo medio di caduta) questo sia ancora ben saldo all’addome del bambino, non bisogna mai intervenire in tal senso.
In questo caso infatti il piccolo deve essere semmai sottoposto a visita medica: sarà poi il pediatra a stabilire il da farsi.
Il moncone ombelicale non cade: cosa fare?
Come già detto altrove, può verificarsi anche questa evenienza: trascorsa più di una settimana dal parto, il moncone non vuole proprio saperne di abbandonare il pancino del bimbo. Qualora il medico, dopo un esame attento, dovesse comunicarvi che la situazione non ha niente di preoccupante, non vi resta che attendere pazientemente che quella piccola appendice cada spontaneamente.
Il dottore però, almeno in certi casi, potrebbe imputare la mancata perdita del moncone a cause fisiologiche, rivelatrici di uno stato di salute del bebè non proprio ideale. Per evitare che il piccolo vada incontro a problemi di varia natura, le mamme dovrebbero monitorare costantemente l’addome del loro cucciolo e correre dal medico se si verifica almeno una delle seguenti condizioni: arrossamento sospetto del pancino, sanguinamento o perdita di pus maleodorante nella zona circostante il moncone, superamento del 14° giorno di vita senza perdita del cordone ombelicale.
Cosa rischia il neonato? Soprattutto di rimaner vittima di alcune infezioni cosa che, considerata la fragilità immunologica del piccolino, non va di certo presa sottogamba…
La medicazione del moncone ombelicale
Una delle tappe importanti nel processo di essiccazione e perdita del moncone ombelicale è senza dubbio la medicazione. Care mamme e cari papà, una volta fuori dall’ospedale, questo compito spetterà a voi. Armatevi dunque di buona volontà e coraggio e chiedete tutti i consigli del caso a pediatri ed ostetriche.
In linea di massima vi verrà detto di fare in modo che il moncone non venga si bagni: da qui la necessità di evitare per qualche giorno il bagnetto. Più il residuo del cordone ombelicale viene mantenuto pulito ed asciutto infatti, maggiore sarà la probabilità che questo cada (possibilmente in tempi brevi).
Ricordatevi poi che, vi piaccia o meno, dovrete dedicare del tempo a questa parte del corpo di vostro figlio per almeno due volte al giorno: fate scorta di acqua ossigenata, bende sterilizzate, alcool e fasce elastiche ombelicali e mettetevi all’opera.
Come fare? Semplice! Innanzitutto provvedete a lavare accuratamente le vostre mani, meglio ancora se le disinfettate. Poi, iniziate a pulire la zona che circonda il moncone con dei prodotti appositi (ovviamente comprati in farmacia e come tali sicuramente sterili), pulite quindi anche con una piccola benda sterilizzata su cui avete lasciato cadere qualche goccia di acqua ossigenata. Procuratevi infine un ultimo pezzo di garza, stavolta imbevuto di alcool denaturato. Avvolgete al suo interno, per intero, il moncone ombelicale e riponete la benda al di fuori del pannolino. A questo punto aggiungete una garza asciutta e fissate la medicazione con una rete ombelicale. Ah, sicuramente mentre tenterete di portare a termine questa operazione vostro figlio si agiterà e piangerà. E’ molto duro riuscirci, ma ignorate i suoi vagiti: è semplicemente infastidito perché percepisce una sensazione di freddo intorno all’ombelico, ma niente di più.
Preferite sempre mettere in atto questa trafila contemporaneamente al cambio del pannolino (faticherete di meno voi e si infastidirà di meno il bimbo). Sebbene si consigli di ripetere la procedura due volte al giorno è chiaro che nel momento in cui la medicazione dovesse sporcarsi a causa dei bisognini (non pensate sia impossibile: i bambini così piccoli riescono, per qualche strano motivo, a dare il meglio di sé in questi frangenti) va ovviamente cambiata ancora.
E caduto finalmente il moncone? Caduto il moncone il vostro compito non può ancora dirsi esaurito (voi magari sì). La perdita di questa parte residua del cordone ombelicale infatti lascia sul bimbo una piccola ferita che, se non medicata, può diventare causa di infezioni e problemi vari. E’ necessario quindi durante questa fase continuare a tenere pulita la zona interessata utilizzando sostanze disinfettanti. E’ importante inoltre che, con estrema delicatezza, cerchiate di rimuovere anche le eventuali crosticine formatesi nei paraggi.
State attenti alla comparsa di eventuali tracce di sangue: se questo è presente in quantità eccessive portate subito il bimbo dal pediatra. Lo specialista infatti potrebbe ritenere necessaria una medicazione con mercuriocromo al 2%, piccolo intervento che, ovviamente, spetta al medico giudicare se opportuno o meno e, conseguentemente, eseguire. In ogni caso non preoccupatevi: ormai il peggio è passato!