Un’improvvisa infiammazione a carico del cavo orale può determinare un visibile ingrossamento delle ghiandole salivari.
Dato che quotidianamente questi organelli producono la bellezza di un litro (circa) di saliva, e che quest’ultima è necessaria per masticare, proteggere le mucose dagli agenti patogeni ed evitare che la bocca si disidrati, quando qualcosa non va per il verso giusto è necessario porre subito rimedio.
Le ghiandole salivari: quando sono malate?
In linea di massima lo abbiamo accennato già prima: esse hanno funzione coadiuvante della masticazione e della digestione nonché antibatterica. Inoltre permettono di tenere ben umidificato il cavo orale.
Dato che non sempre il gonfiore raggiunge livelli tali da poter essere individuato facilmente anche da un profano e comunque ad occhio nudo, in linea generale bisognerebbe preoccuparsi quando si nota una certa tendenza a soffrire di determinati fastidi; dalla raucedine all’influenza frequente e apparentemente immotivata, dalla secchezza del cavo orale a quella della gola, dal dolore a carico della zona sottomandibolare, parotidea o sublinguale alla percezione costante di un saporaccio che resta in bocca anche quando non si sono ingeriti cibi o bevande.
Ghiandola sottomandibolare ingrossata: perché succede?
Le ghiandole salivari possono ingrossarsi o infiammarsi per tutta una serie di ragioni tra loro anche abbastanza differenti. Il manifestarsi di questa condizione dovrebbe in certi casi destarci preoccupazione dato che essa può essere la spia di diversi problemi purtroppo abbastanza seri quali, per esempio, la mononucleosi oppure ancora la cosiddetta sindrome di Sjogren, o, in molti altri casi, di patologie meno gravi quali una semplice parotite o una calcolosi, che vanno comunque curate tempestivamente onde evitare che degenerino in situazioni più allarmanti.
I più restii a sottoporsi a visita medica infatti, per quanto la causa scatenante del problema possa comunque essere considerata tutto sommato non preoccupante, rischiano di incappare in fastidi più importanti quali ad esempio il blocco dei condotti salivari.
Le patologie connesse all’ingrossamento delle ghiandole salivari
Come accennato prima, esse possono essere parecchie e tra loro diverse per gravità, causa scatenante e cura associata.
Fermo restando che in caso di sospetta infiammazione delle stesse è necessario comunque consultare subito un medico e che questo articolo non può in alcun modo ritenersi sostitutivo del parere di uno specialista, il quale tra l’altro si avvarrà per la sua diagnosi di una serie di esami, soffermiamoci ad analizzare con attenzione le patologie più facilmente connesse a questo fastidio.
Scialoadenite
Si tratta di un’infezione di origine batterica che interessa principalmente le ghiandole salivari parotidee. In genere si accompagna a forti dolori e alla comparsa in varie aree del cavo orale di materiale purulento.
Statisticamente la patologia colpisce soprattutto gli anziani.
Adenomi e tumori
Purtroppo, da qui il consiglio di non sottovalutare mai la faccenda, l’ingrossamento delle ghiandole salivari (soprattutto quelle parotidee) può scaturire dalla presenza del cosiddetto tumore di Warthin o di generici adenomi pleomorfi.
In entrambi i casi, non è necessario specificarlo, si tratta di patologie pericolose e subdole dato che molto spesso ci si accorge della loro esistenza soltanto ad uno stadio avanzato della malattia.
Sebbene nella maggior parte dei casi, per fortuna, il decorso della stessa porti ad una completa guarigione e l’analisi del tumore rilevi spesso una natura benigna della massa in questione, è comunque necessario lasciarsi seguire da un bravo oncologo.
Calcolosi o scialolitiasi
Non è difficile capirlo da sé: in questo caso un calcolo ha ostruito una qualsiasi delle ghiandole salivari. Ciò, ovviamente, rende impossibile il normale defluire nel cavo orale della saliva e, alla lunga, la zona interessata finisce per gonfiarsi ed infiammarsi.
Mucocele
Il mucocele altro non è che una generica ferita del cavo orale, compresa quindi la ghiandola salivare, che ostruisce il normale deflusso della saliva (stesso identico meccanismo quindi della calcolosi). La patologia può interessare comunque anche altre zone del corpo.
Parotite
La parotite, detta volgarmente “orecchioni“, è una malattia esantematica diffusa soprattutto tra i più piccoli e ritenuta molto contagiosa ma per fortuna ormai curabilissima. Questa patologia, anche se tutt’altro che preoccupante, diventa pericolosa se trascurata dato che può generare complicazioni di una certa entità.
Curare le ghiandole salivari infiammate
Tutto sommato curare le ghiandole salivari gonfie o infiammate non è poi così difficile e, almeno nella maggior parte dei casi, non è necessario sottoporsi a trattamenti troppo fastidiosi o invasivi per ottenere risultati soddisfacenti.
E’ chiaro comunque che, lo abbiamo visto poco prima, essendo così vasta la gamma di patologie sottese da questo sintomo, gli esami diagnostici previsti, così come le possibili cure a cui sottoporsi, saranno ovviamente personalizzate di caso in caso e comunque tra loro anche molto differenti.
Nell’eventualità in cui si abbia a che fare con generiche infezioni batteriche molto probabilmente vi verrà prescritta una cura a base di antibiotici.
Quando la patologia porta con sé anche del dolore o può causare addirittura la comparsa di febbre, si ricorrerà invece ad antidolorifici ed antipiretici. In molti casi poi può essere utile anche adottare un’alimentazione particolare, capace cioè di stimolare la salivazione. A cosa ci riferiamo? Essenzialmente al consumo, almeno per qualche tempo, di cibi poco sapidi quali il riso, alcune varietà di cereali oppure ancora il semolino.
E’ ovvio che, se purtroppo il problema si rivela di derivazione oncologica, a prescindere dal fatto che il tumore possa essere benigno o maligno, dovrete sottoporvi ad un delicato intervento chirurgico che consiste il più delle volte nella rimozione della ghiandola malata.