La ginnastica correttiva e posturale può tornare utile in molte situazioni ma, come è ovvio che sia, bisogna farne buon uso e mai abuso. Ecco allora alcuni consigli utili che possono in qualche modo evitare che un trattamento a fini curativi non sortisca alcun risultato, o peggio, diventi addirittura dannoso.
Ginnastica posturale: a che serve?
La ginnastica posturale è una disciplina fisica che si basa sui dettami della posturologia. Quest’ultima altro non è che una scienza che focalizza la sua attenzione sulle posizioni assunte dal corpo umano che, come ormai sappiamo tutti anche per esperienza personale, possono essere responsabili di dolori e fastidi vari o essere causate da alcuni problemi ossei e muscolari.
E’ proprio in questo caso che entra in gioco la ginnastica posturale o la correttiva, ossia un insieme di movimenti mirati alla modifica di atteggiamenti sbagliati. Il sito https://www.villaferrimedica.com però precisa che “l’atteggiamento scoliotico non è una patologia, migliora anche solo con lo sport e quindi questo tipo di ginnastica è da applicare solo per migliorare un atteggiamento scoliotico sbagliato. Se invece siamo in presenza di scoliosi, questa ginnastica non è sufficiente a rallentare la sua progressione e bisognerà intervenire con esercizi specifici di fisioterapia per la scoliosi.”
Questa precisazione è doverosa visto che in molte palestre, ambulatori fisioterapici, la ginnastica correttiva viene applicata per la scoliosi, lavorando così in modo incongruo rispetto alle linee guida per il trattamento della scoliosi prodotte dagli esperti mondiali di SOSORT.
A questo punto però è bene specificare che la postura è un elemento strettamente connesso alla propria struttura fisica e che, in molti casi, ha a che fare anche con la mente e la psiche, con l’emotività e gli stati d’animo: ma se la posa adottata abitualmente si rivela errata il rischio è quello di danneggiare la colonna vertebrale.
Le terapie
Si parla spesso di ginnastica posturale, correttiva e medica ritenendo che questi appellativi indichino più o meno la stessa cosa. Di fatto non è esattamente così. La ginnastica medica ad esempio è una vera e propria macrocategoria in cui, come vedremo a breve, possono essere inserite varie discipline. Essa si fonda genericamente sulla pratica di esercizi a corpo libero alternati a stretching. I movimenti prescritti poi sono mirati, in relazione ai casi da affrontare, ad ottenere un particolare tipo di beneficio piuttosto che un altro. La ginnastica medica si suddivide in correttiva e posturale.
Quest’ultima ha come fine quello di restituire al corpo una posizione corretta nello spazio, di tutelare il benessere osseo e muscolare del paziente, di evitare che posture scorrette possano causare danni e dolori di ogni ordine e grado. Tale genere di movimenti prevede l’assimilazione di tecniche respiratorie ed il ricorso ad esercizi di allungamento e di riposizionamento.
La ginnastica correttiva invece mira per l’appunto alla correzione di difetti congeniti delle ossa quali le su citate scoliosi, lordosi e cifosi oppure ancora il varismo ed il valgismo. Essa, soprattutto indirizzata a giovani pazienti, si avvale di strumenti quali la palla medica, le spalliere e gli elastici ed in genere è molto più piacevole rispetto alla ginnastica posturale.
Attenzione però: ciascuna delle suddette discipline se mal eseguita, praticata a sproposito o senza comunicare puntualmente gli effetti che ciascun movimento ha sul proprio corpo allo specialista non solo può essere inutile, ma può addirittura danneggiare l’organismo.