Ragazza natura

Ritrovare se stessi grazie al silenzio

Il silenzio, questo sconosciuto. Già perché viviamo in una società che ha una sorta di horror vacui piuttosto variegato che coinvolge anche il timore di rimanere in silenzio. Musica negli auricolari, tv di sottofondo, notifiche delle app, caso cittadino; tutto sembra concorrere a generare una patina di rumore nella quale ormai siamo immersi senza nemmeno rendercene conto.

Anche le vacanze e i momenti di riposo sono solo sostituzione dei rumori, avendo perso l’abitudine e la capacità di ritagliarsi del tempo durante il quale non avere alcun tipo di distrazione. Eppure riuscire ad conquistarsi, all’inizio con fatica, un attimo di silenzio è la via migliore per ritrovare serenità, fuggire dal tarlo dell’ansia, e imparare a gestire le tensioni e le difficoltà quotidiane.

Che cos’è l’attimo di silenzio

Proprio a fronte della constatazione caotica e sonora che abbiamo fatto fino ad ora, Kankyo Tannier, autrice di un libro in cui parla proprio dell’attimo di silenzio, spiega che il silenzio non è la ricerca di un posto privo di rumori, ma una ricerca e un lavoro svolto su noi stessi, sviluppando diverse abilità interiori. Grazie ad esse si riescono ad ottenere importanti benefici, soprattutto dal punto di vista emozionale e della capacità di imparare a gestire le tensioni.

Come fare

Kankyo Tannier dà alcune indicazioni per conquistare e ritagliarsi il proprio attimo di silenzio. Scopriamo quali sono le principali. La prima di queste indicazioni riguarda la capacità e lo sforzo di mantenere l’attenzione fissa sulla realtà senza perdersi in proiezioni ed elucubrazioni di qualsiasi tipo.

In questo senso è importante anche imparare a controllare le emozioni non sfogandole subito, ma contrastandole; in questo modo si scoprirà come il loro impeto svanirà molto più in fretta di quanto potessimo immaginare. Il problema, infatti, non è relativo alle emozioni in sé, ma al peso che spesso diamo loro esasperandole, quando invece bisogna imparare a dare il giusto peso alle cose e lasciare che esse seguano il loro percorso naturale.

Fondamentale è il rapporto con il proprio corpo, sia in materia sensoriale che fisica. È importante autodisciplinarsi non per limitarsi ma per imparare a godere e ad aumentare la percezione e la consapevolezza che deriva dalle sensazioni fisiche. Queste non sono sbagliate, ma sono molto spesso stordite e per questo incapaci di comunicare e darci una corretta percezione delle cose.

Uno dei principali mezzi di contatto tra il mondo esterno e quello interiore è dato dalla vista che viene ‘stordita’ dall’inquinamento luminoso e di immagini che possono condizionare la mente. Imparare a non darvi troppa importanza e a mantenere la calma anche in questo senso è determinante per il proprio attimo di silenzio e per il proprio benessere.

Per l’attimo di silenzio è importante anche imparare a trascorrere del tempo da soli. Non tanto nel chiudersi in camera e rimanere inermi, ma nel ritagliarsi uno spazio per svolgere azioni quotidiane (come può essere anche il mangiare) da fare in silenzio in modo da recuperare il contatto con il proprio corpo, gustando (in tutti i sensi) ciò che esso è in grado di trasmetterci.

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